Il presidente di Confindustria vede nero, altro che luce in fondo al tunnel


«Non vediamo la ripresa. Salvo miglioramenti sarà verso fine 2013, ma per una vera ripresa faccio la firma per il 2015». È questa la valutazione del presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, a Bruxelles per un convegno sulla manifattura italiana ad alta tecnologia. Squinzi ha ribadito che in Italia occorre recuperare almeno 10 punti dello svantaggio di pressione fiscale rispetto alla Germania (che é di 20 punti). A questo scopo «bisognerebbe lavorare di più». 

Come riuscirci? «Lavorando di più» ha precisato, appunto, il presidente di Confindustria, che rivela come l'associazione «sta lavorando ad una serie di proposte», di cui la prima è «qualche ora di lavoro in più, per adesso». Quanto? «Si fa presto a fare i conti se vogliamo recuperare il 10%». Squinzi ha anche indicato di essere a favore della lotta contro l'evasione fiscale, ma ha aggiunto che non basta la «repressione» e che occorre «creare degli incentivi per far emerge l'economia sommersa, che costituisce tra l'altro un fattore distorsivo della concorrenza». In questo senso, il presidente di Confindustria ritiene non bastino le azioni di facciata come quelle di sorvegliare le targhe dei Suv.

Per quanto riguarda lo scambio meno tasse all'impresa - meno incentivi pubblici all'impresa, Squinzi ha indicato che «dal punto di vista delle imprese non é un grosso problema rinunciare agli incentivi» se viene diminuita la pressione fiscale.

Per quanto riguarda infine il cammino che deve compiere l'Italia in questa fase, Squinzi ha detto che l'Italia «deve lavorare ancora duro come Paese» per procedere nelle riforme strutturali.

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