Le risposte dei candidati


Riceviamo e pubblichiamo le risposte che il Consigliere Ugo Parolo ci ha fatto pervenire.
Penso sia utile capire e studiare le proposte di chi si propone come rappresentante della nostra Provincia a livello regionale.
Ringrazio Ugo Parolo per aver voluto contribuire a questa richiesta.
Antonio Grimaldi
Coordinatore della Costituente Civica di Sondrio

UGO PAROLO, Candidato al Consiglio Regionale per la Lega Nord a sostegno di ROBERTO MARONI

1. Una delle condizioni necessarie per il buon governo del territorio e' la semplificazione amministrativa. La frammentazione del potere decisionale, suddiviso in una miriade di enti, rende difficoltoso ed oneroso il funzionamento della macchina amministrativa.
Quali sono le proposte concrete dei candidati al fine di arrivare  alla  fusione tra comuni e la soppressioni di enti inutili?
La semplificazione amministrativa è assolutamente necessaria. La burocrazia è uno dei maggiori costi per il nostro Paese ed è uno dei principali ostacoli allo sviluppo. Quindi occorre intervenire subito. Come? Innanzitutto occorre tenere presente quali sono i campi di azione consentiti a livello regionale, altrimenti si rischierebbe solo di fare promesse vane. Ci sono materie sulle quali ci piacerebbe intervenire ma che purtroppo  sono di competenza esclusiva dello stato: una su tutte l'ordinamento degli enti locali. La Regione non può decidere ad esempio come deve essere organizzato ed amministrato un comune di 100 abitanti in montagna piuttosto che una città da un milione di abitanti. La Regione però può e deve intervenire per evitare che più enti decidano della stessa materia, può e deve ridurre al minimo la propria attività amministrativa decentrando il più possibile le competenze agli enti locali. La Regione deve fare in via prioritaria  le leggi, gli enti locali devono amministrare. Vogliamo applicare integralmente l'art. 118 della nostra Costituzione sino ad oggi in gran parte ignorato da un Ente Regionale che seppur bene amministrato ha fatto fatica a delegare le competenze amministrative ai territori. Territorio che a quel punto va assolutamente semplificato e sfoltito di tanti enti . L'integrazione dei servizi comunali è un processo già in atto e va sostenuto anche economicamente. Il problema non sono i tanti campanili (comuni) ma i tanti uffici in tanti comuni che fanno le stesse cose senza economie di scale e spesso senza le dovute conoscenze. Costi e disservizi sono il problema, non la rappresentanza dei campanili (comuni). Va da sè  che un processo di fusione dei comuni basato sul consenso del territorio interessato  va comunque sostenuto ed incentivato, anche attraverso meccanismi premiali. Siamo per gli enti di primo livello (cioè eletti dai cittadini) e la trasformazione delle Province in enti di secondo livello è un grave errore al quale bisogna porre rimedio. Le province (quelle utili come la nostra) devono essere rafforzate, in impoverite, e devono assorbire le competenze amministrative degli attuali enti di secondo livello (BIM e Comunità Montane) e le funzioni  che le fusioni o unioni di comuni non sapranno o potranno esercitare. Il programma di Roberto Maroni prevede poi una rivoluzione burocratica : basta con il sistema delle autorizzazioni e dei timbri su tutto. Libertà di iniziativa nel rispetto della legge con il cittadino responsabilizzato. Controlli periodici e seri della pubblica amministrazione per prima correggere eventuali violazioni e successivamente per punire chi non ottempera.

2. Il sistema socio sanitario della nostra Provincia attraversa un momento particolare. A fronte di una offerta sanitaria diversificata sul territorio ( quattro presidi ospedalieri) osserviamo una carente offerta sociosanitaria  rivolta in particolare allo stato di disagio sulle cronicità e sulla riabilitazione.
Quali sono le proposte in materia?
Va ricordato innanzitutto che in base all'ultimo dato disponibile (bilancio 2011)la sanità lombarda ha chiuso con un attivo di 45 milioni di euro a fronti di 5 regioni del centro sud che hanno generato un debito di 12 MILIARDI. Va anche sottolineato che il nostro sistema sanitario è di gran lunga il migliore in Italia e uno dei migliori in Europa. In questo quadro si inserisce la sanità valtellinese e valchiavennasca che già viene riconosciuta come particolare nel sistema lombardo (infatti genera circa 40 milioni all'anno di costi aggiuntivi rispetto alla media regionale). Questa la fotografia della situazione attuale. Che fare per migliorare. Innanzitutto riprendo le esatte parole di Roberto Maroni che a Morbegno alcuni giorni fa rispondendo ad analoga domanda disse: "voglio fare una fotografia della situazione in ogni provincia per poi decidere come intervenire. Gli ospedali devono essere fatti dove servono, indipendentemente dai costi. Ed è evidente che in montagna gli ospedali servono vicino alla gente". Quindi ospedali se servono, non se costano poco.  Non basta disporre di adeguate risorse per garantirci un'offerta sanitaria adeguata. Alcune prestazioni necessariamente devono essere integrate in centri specifici e una valutazione in tal senso si potrà fare sulle cronicità e sulla riabilitazione.

3. Sempre in tema di politiche sociali quali sono le proposte  concrete per dare una risposta ai tanti problemi legati alla famiglia?
Il programma di Roberto  Maroni prevede espressamente che la "famiglia è la prima agenzia del Welfare", quale cellula fondamentale della società. La famiglia genera,cura ed educa i cittadini di domani, assiste e si fa carico dei disabili ed anziani.
La famiglia verrà quindi sempre più coinvolta in una rete di unità di offerta qualificata che deve passare dalla corresponsabilizzazione di tutti gli attori del sistema (famiglia, terzo settore, pubblica amministrazione).
Si vuole dare corso al Fattore Famiglia Lombardo che rispetto all'ISEE considera una pluralità di fattori specifici quali:
·         maggior peso al numero di componenti della famiglia
·         presenza di figli in età di studio o anziani a carico
·         casi di mono-genitorialità o vedovanza
·         presenza di persone invalide o disabili
·         computo dell'affidamento famigliare
·         computo delle situazioni di difficolta occupazionale    
Si vuole semplificare l'accesso ai servizi tramite  lo Sortello Unico   per il Welfare, potenziare l'attenzione alle nuove dipendenze (gioco d'azzardo, internet), e alla violenza sulle donne. Si vuole implementare il Fondo Nasko (attualmente 3000 euro per ogni nascita), rafforzare i programmi di mediazione famigliare in caso di separazioni conflittuali.
Il nucleo famigliare è garantito nell'equilibrio anche attraverso l'accesso al lavoro per i giovani. Il programma di Maroni prevede da subito un fondo (denominato fondo 50) finanziato  in via sperimentale con 50 milioni per garantire fino a 50.000 euro ad ogni giovane che vuole avviare attività meritorie. La Regione si fida dei suoi giovani ed investe. Maroni vuole inoltre sottoscrivere un accordo con lo Stato centrale per garantire a Regione Lombardia uno status di no tax area per tre anni per tutti i giovani che vorranno avviare attività in alcuni campi particolari (nuove tecnologie, attività ad impatto ambientale zero, apertura di negozi storici o attività culturali legate al territorio)

4. In tema di tasse quale è la proposta inerente una eventuale alleggerimento della addizionale irpef regionale?

Il presupposto per poter realisticamente intervenire efficacemente nella riduzione della pressione fiscale sta nella concretizzazione del principale obiettivo della proposta Maroni: trattenere almeno il 75% delle tasse dei lombardi in Lombardia. Il valore in gioco è di 16 miliardi di euro all'anno. Ogni altra proposta che non abbia come presupposto la disponibilità di una maggiore quota delle nostre tasse è a nostro modo di vedere solo la solita promessa elettorale.
Basta guardare i numeri per capirlo. Nel 2010 Regione Lombardia aveva un bilancio di 4,5 miliardi (al netto della sanità), nel 2013 avrà un bilancio di 2,950 miliardi (- 35% in tre anni!!!).Nel 2014 si prevedono ulteriori tagli.
Se non si inverte la rotta è impossibile intervenire sulla pressione fiscale, molto probabile il taglio di ulteriori servizi e l'aumento di tariffe (esempio trasporto pubblico).
La  Lombardia è di gran lunga la regione che ha i minori costi della pubblica amministrazione (30 dipendenti su centomila abitanti contro i 74 della toscana o i 159 dell'Umbria), i minori costi della politica (7,7 euro per ogni cittadino contro una media di 40 euro), è l'unica regione che pagherà nel 2013 i fornitori a 30 giorni (ci sono regioni che pagano a 600/800giorni). La Lombardia produce un prodotto interno lordo superiore a molti stati europei (es. Austria e Danimarca) e più del doppio del Portogallo. E' l'unica regione italiana che ha chiuso il bilancio della sanità in attivo (+45milioni) mentre ci sono 5 regioni che da sole hanno prodotto 12 miliardi di debiti.
Eppure ogni promessa di abbassare la pressione fiscale è destinata a restare se non si riuscirà a trattenere una parte delle nostre tasse. La nostra Costituzione lo permette. L'art. 117 penultimo comma  prevede organi comuni tra più regioni e l'art. 116 (federalismo a geometria variabile) permette di rivendicare maggiore autonomia alle regioni che lo richiedono. Il percorso passa quindi attraverso un'intesa tra le regioni del nord (già sottoscritta in via preliminare sabato scorso dai presidenti delle regioni veneto, Piemonte, Friuli e dal candidato Maroni) e successivamente dalla rivendicazione politica/istituzionale presso lo Stato centrale di una maggiore autonomia. Siamo convinti che una simile istanza di tutte le regioni del nord non potrà essere ignorata da nessun Governo e siamo certi che  se riparte la locomotiva lombarda tutto il Paese potrà trarne beneficio. L'esempio virtuoso della Lombardia potrebbe essere seguito da altre regioni.
Con le risorse trattenute si potrebbe concretamente abbassare la pressione fiscale di competenza regionale (Irap, addizionale irpef, bollo auto), intervenire a sostegno delle imprese e delle famiglie, aiutare i giovani a trovare lavoro (la proposta è zero tasse per i primi tre anni di attività), fare un serio programma delle infrastrutture e realizzarlo.

5. Quali sono le proposte per il rilancio delle imprese e della occupazione in Provincia e nella nostra città?
La nostra provincia deve puntare decisamente sulle potenzialità che la fanno unica nel panorama lombardo, quali  la bellezza dei suoi paesaggi  el'ambiente in gran parte integro, ma anche sulle qualità dei valtellinesi e valchiavennaschi (laboriosità, ingegno, serietà). Dentro un quadro di valorizzazione del territorio si possono programmare tante nuove attività e il rilancio di quelle esistenti. Anche in Provincia come altrove occorre però soddisfare quattro condizioni essenziali per poter sperare in una ripresa delle attività :, fisco equo, accesso al credito, sburocratizzazione, energia  e infrastrutture adeguate.
I primi tre punti devono essere affrontati in un quadro di politiche regionali e in parte sono già stati trattati nelle precedenti risposte, il tema delle infrastrutture merita invece un'attenzione più calibrata sulla nostra realtà. Siamo la provincia meno infrastrutturata della Lombardia e una delle ultime in Italia. Occorre risolvere definitivamente il problema dell'inadeguatezza dei nostri collegamenti, sia ferroviari che stradali. Ed è necessario anche garantire a tutto il territorio l'accesso alle nuove tecnologie.
Abbiamo contribuito in maniera decisiva alla realizzazione del primo tratto della nuova SS38 che ormai potremmo considerare risolta sino ad Ardenno, occorre risolvere il nodo di Tirano già finanziato in parte. Con l'avvento della nuova società di gestione del servizio ferroviario partecipata dalla Regione (Trenord) la situazione dei treni  è sensibilmente migliorata. Occorre fare di più in tal senso. E' evidente che la vera soluzione sta nel rifacimento della linea ferroviaria, sopratutto nel tratto Lecco-Colico. Ma per fare questo servono  tanti soldi (solo trattenendo una parte dei nostri soldi tale progetto potrebbe essere realistico).
Realizzando il programma di Roberto Maroni (75% delle tasse in Lombardia) si potrebbe realisticamente pensare anche a risolvere finalmente il problema dell'isolamento dall'Europa (Stelvio, Mesolcina)e dal resto della regione (Mortirolo). Sembrano progetti faraonivci ma vogliamo ricordare che si tratta di fare gallerie di 7/10 Km, esattamente come la galleria che gli austriaci hanno realizzato una decina di anni fa a Landeck (Bassa Engadina) per evitare l'attraversamento di un paese  grande come Chiavenna . Mi chiedo e vi chiedo,  se  gli austriaci che hanno meno ricchezza della Lombardia possono permettersi una galleria di 8Km per evitare l'attraversamento di una paese di 8.000 abitanti , per quale motivo   i lombardi, i valtellinesi e valchiavennaschi  non dovrebbero poter fare la stessa opera per collegare un'intera provincia all'Europa?
Altro tema tipicamente legato al nostro territorio è quello dell'energia. E' assurdo che le nostre imprese paghino l'energia più che altrove, subiamo la concorrenza della Svizzera, dell'Austria, delle province autonome di Trento e Bolzano dove i costi energetici sono molto più bassi. Abbiamo gli stessi diritti e ci impegniamo a riprendere la battaglia già iniziata per indurre la Stato centrale a modificare la legge di assegnazione delle nuove concessioni idroelettriche affinchè  al territorio venga riconosciuto una adeguata compensazione e compartecipazione.

3 commenti:

  1. Mi sembrano proposte concrete, dette da uno che ha esperienza
    Maurizio B

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  2. La semplificazione deve diventare una priorità nel quadro amministrativo e ben avete fatto a porre queste domande. Mi piace l'impostazione di Parolo e la sua capacità di sintesi.
    Francesca M

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  3. e che esperienza , uno che dice che la statale nuova è finita ???

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