Storie di tutti i giorni NEWS



5 modi per guadagnare con il riciclo e la raccolta differenziata

Di Marta Albè
Guadagnare dalla spazzatura si può! Trasformare i rifiuti in risorse...e sconti pure! Ed è così che anche in Italia stanno cominciando a difforndersi nei comuni, nella grande distribuzione o nelle scuole postazioni di raccolta automatica a cui accedere liberamente e dalle quali ottenere degli sconti o dei buoni da utilizzare per la propria spesa, ma anche premi di altra entità, in modo da incentivare i cittadini alle buone pratiche e da evitare lascorretta tendenza all’accumulo di rifiuti lungo le strade ed in luoghi non destinati ad essi.

In Norvegia e in generale nel Nord Europa i punti di raccolta automatici dei rifiuti rappresentano già da tempo una realtà concreta, volta a promuovere comportamenti corretti e civili da parte della comunità dei cittadini, Proprio un anno fa, tra ragazzi avevano testato il funzionamento di uno dei dispositivi norvegesi,ottenendo uno sconto di sei euro sulla spesa ed affermando che sistemi simili avrebbero potuto rappresentare un ottimo spunto per la soluzione dell’emergenza rifiuti napoletana. Eccone alcuni esempi nostrani, la cui diffusione sta avvenendo progressivamente in tutta la penisola.


1) Ecobank

ecobank
 Ecobank è un progetto della Regione Piemonte attivo dal 2009. Esso consiste nellaraccolta differenziata di contenitori per le bevande, con particolare riferimento allebottiglie di plastica ed ai contenitori di alluminio, tramite postazioni automatiche facilmente accessibili dai cittadini. In cambio si riceveranno dei buoni spesa da utilizzare nei supermercati convenzionati. I vuoti a perdere si trasformano così in vuoti a rendere, educando alla corretta differenziazione dei rifiuti. Le postazioni Ecobank si trovano attualmente nei Comuni di Venaria Reale (TO), Valenza (AL) e Alessandria.


2) Ecopunto

ecopunto
Ecopunto è una bottega del baratto che aiuta la differenziata. Nel 2010 vi avevamo presentato l’Ecopunto di Niscemi, in provincia di Caltanissetta, dove era ed è tuttora possibile barattare prodotti destinati ad essere riciclati, e che hanno perso qualsiasi utilità per il consumatore, con beni alimentari grazie ai quali arricchire la propria spesamediante una raccolta punti basata sulle quantità di rifiuti consegnati. Il fenomeno si è via via diffuso in varie zone della Sicilia ed Ecopunto è ora presente anche a Barcellona Pozzo di Gotto, Cinisi e Terrasini, con nuove aperture previste in altre località.

3) RePaperMe/Eurven

eurven_repaperMe
 Da novembre 2011 anche in Italia la raccolta differenziata della carta si fa al supermercato grazie a RePaperMeil primo compattatore di carta e cartone in grado di calcolare la quantità raccolta e, in proporzione, destinare punti premio utili per ottenere sconti sui prodotti in vendita, accumulati grazie ad una carta fedeltà. Al progetto hanno già dato la propria adesione catene della grande distribuzione come Despar, con alcuni punti vendita attualmente attivi in Lombardia.

4) Mr Pet

MrPET
 Mr Pet è un sistema di raccolta della plastica basato sulla remunerazione dell’utente nato nei primi anni del 2000 ed attivo nei supermercati grazie alla presenza di contenitori automatici predisposti per l’inserimento dei rifiuti e la ricezione automatica di punti da raccogliere in una card personale e da utilizzare per la spesa. E’ tuttora in corso l’evoluzione 2.0 di Mr Pet, che manterrà comunque validi i punti accumulati fino a questo momento.

5) RD Italia

RD italia
 Dal 2009 a Napoli, grazie alla raccolta differenziata, i rifiuti diventano premiRD Italia mette a disposizione di Comuni, Enti Pubblici ed imprese private delle macchine per la raccolta di lattine e bottiglie che premiano la buona pratica della differenziazione dei rifiuti grazie ad incentivi per i cittadini, consistenti in prodotti omaggio di diversa entità a seconda dl luogo in cui il punto di raccolta è collocato. Attualmente tramite il progetto EcoEtica il servizio è attivo in tre scuole superiori della provincia di Napoli, mentre si avvalgono delle macchine automatiche RD Italia anche le catene di supermercati Conad Adriatico Sigma e, per la prima volta in Italia una stazione di servizio di Vicenza in cui la spazzatura si trasforma in sconti benzina. Di questi tempi, mica male no?


Ristorante anti-crisi: il conto si paga col baratto












In tempi di crisi, c’è chi si ingegna e, al posto dell’euro, c’è sceglie il baratto per consentire ai propri clienti di pagare il conto. A fine settembre 2012, a Firenze aprirà un’osteria dove chi vorrà, invece di saldare il conto in denaro, potrà farlo barattando la cena con frutta e verdura fresca di stagione, pezzi di artigianato o qualsiasi altra cosa, purché preventivamente concordata coi gestori. Sembra uno scherzo, ma i titolari del ristorante garantiscono che è tutto vero.

Il locale, ubicato nel centro storico di Firenze, avrà 40 posti e un look da taverna tradizionale, come spiega la titolare, Donella Faggioli. L’inaugurazione e l’apertura ufficiale sono annunciate per fine settembre.  Il nome scelto dal nuovo ristorante la dice molto lunga“L’è Maiala”, espressione fiorentina che significa ”E’ dura!”, “Sono momenti difficili!”.
Immaginiamo, per un momento, di non voler rinunciare ad una cena tipica toscana e di avere la possibilità di non sborsare 1 euro per il conto, ma solo scambiando qualcosa che abbiamo già a disposizione in casa. Ebbene, questo locale esiste ed ha detto sì al baratto, lanciando nel mondo della ristorazione una piccola ed ironicaprovocazione “scaccia-crisi”.
Gli avventori de “L’è Maiala” potranno accordarsi – al momento della prenotazione – su cosa, quanto e come barattare in cambio di una cena. I generi accettati per lo scambio? Sarà data priorità alle primizie contadine delle campagne toscane, ma anche ad artigianato locale, antiquariato e modernariato inclusi. Ma ben accetti saranno anche oggetti di bricolage e di design.
“L’è Maiala” (nella foto a destra, il logo) farà del suo punto di forza la classica cucina toscana “dei nonni”, dalle porzioni abbondanti e dai prezzi popolari. “Per venire incontro a chi, in tempi di ristrettezze non vuole comunque rinunciare a qualche cena fuori”, ha dichiarato Donatella Faggioli,combattiamo la crisi offrendo anche la possibilità di pagare in beni reali, anzichè con i soldi“. 
Potrà trattarsi di prodotti della terra, ma anche di manufatti d’antiquariato, modernariato, “cose concrete insomma, e possibilmente legate alle tradizioni e ai costumi toscani: non vogliamo certo diventare un incrocio tra un’osteria e un robivecchi”. 
Chi intenderà barattare, anziché saldare il conto in moneta, dovrà però farlo preventivamente per telefono, al momento della prenotazione. “A quel punto”, ha spiegato la titolare, “si aprirà una trattativa di scambio da cui verrà fuori, in caso di accordo, il menù offerto a fronte di un paniere di cose che accetteremo in pagamento”. Nel locale si servirà rigorosamente cucina tradizionale tosca: “Quella della nonna, tanto per intendersi. A prezzi, ovviamente, popolari e anti-crisi“.









______________________________________________________________________________






Ci sembra opportuno segnalare questa "storia di tutti i giorni" per evidenziare che si può fare del bene e contrastare i momenti difficili anche con azioni personali.

Diego Della Valle, notissimo imprenditore di un un grande marchio di scarpe, lo ha fatto e noi segnaliamo questa notizia.


Diego Della Valle
premia ancora i suoi dipendenti


Di Francesca Gerosa


<a href="/quotazioni/quotazioni.asp?step=1&action=ricerca&codiceStrumento=u2ae&titolo=TOD'S">Tod's</a>, Diego Della Valle<br>premia ancora i suoi dipendenti















Diego Della Valle premia ancora i dipendenti di Tod's. Secondo quanto appreso da milanofinanza.it, il patron del gruppo marchigiano annuncerà questa mattina che distribuirà 1.500 euro a tutti i dipendenti. Non solo. Pagherà le spese scolastiche dei figli degli impiegati.

Un'iniziativa generosa, che vale circa 7-8 milioni di euro. Già ad aprile di quest'anno l'azionista di controllo e presidente di Tod's, durante l’assemblea dei soci per l'approvazione del bilancio 2011, aveva anticipato che oltre al bonus, garantito già diverso tempo, sarebbe intervenuto con altre misure a favore dell'organico, quasi 2 mila dipendenti. Un esempio illuminato per ogni imprenditore che comprende l'importanza della motivazione dei propri collaboratori.

Un modo, secondo Della Valle, "per restituire al territorio quello che il territorio dà in termini di risorse umane e competenza" al suo gruppo. Un modo per condividere coi dipendenti il successo di Tod's che nel primo trimestre di quest'anno, a dispetto della crisi dei consumi, ha sfoggiato ricavi ancora in aumento a 263,2 milioni di euro (+8%) e un ebitda di 66,7 milioni (+2,4%).

Il prossimo 8 agosto la società pubblicherà i conti del primo semestre e la maggior parte degli analisti resta convinta che il gruppo sovraperformerà ancora il mercato di riferimento con l'andamento debole dell'Italia che verrà più che compensato dai flussi turistici e, soprattutto, dalla forte crescita del gruppo nei mercati stranieri. 

da "Milano Finanza"





_______________________________________________________________________




Una storia inventata......ma non troppo


Omegna: una piccola città a nord del Lago di Orte (piccolo lago ad ovest del lago Maggiore), 15.000 abitanti. 
Qui risiedeva una della industrie più conosciute al mondo, quella della Bialetti.
Si la famosa marca delle macchinette del caffè e che adesso ha chiuso i battenti.
E' una piccola industria di un centianio di addetti. Ma era il fiore all'occhiello di Omegna. Ebbene è stata chiusa per essere delocalizzata nei paesi dell'est.
Perchè parliamo della Bialetti?
Perchè potrebbe essere rappresentativa di ciò che succede in pratica quando parliamo di globalizzazione. Un modo per discutere del tema centrale di questi anni.
Ho immaginato che una bella mattina di maggio nella casa dei Signori Rossi si svolgesse il rito più classico della colazione.
La signora Rossi è una casalinga mentre il marito lavora alla Bialetti. Finita la colazione si salutano. La signora va a fare la spesa al super-iper-store del paese accanto ed il signor Rossi si reca in fabbrica.
Durante la spesa la signora si ricorda che la propria Bialetti oramai ha tanti anni e comincia ad essere difettosa. “Quasi quasi la cambio” pensa e si avvia al banco casalinghi dove trova la macchinetta classica Bialetti. Nello scaffale accanto nota una macchinetta praticamente uguale alla Bialetti ma con una differenza: costa 11 euro in meno. La Bialetti originale ha il prezzo di 15 euro mentre il “clone” costa 4. Il clone è prodotto in Cina.
La signora non ci pensa un attimo. Prende la macchinetta “clone” e la mette nel carrello.
Arrivata a casa guarda con orgoglio il suo recente acquisto e pensa già come sarà felice il marito quando gli annuncerà l'affare fatto.
Infatti alla mezza rientra il marito per il pranzo e subito la signora annuncia: “Ho fatto un affare. Dovevo cambiare la bialetti e ho comprato una macchinetta uguale al costo di 4 euro al posto di 15. Pensa che affare, ho risparmiato 11 euro!!! L'unica differenza è che questa macchinetta è fabbricata in Cina”
Il marito la guarda, sembra triste. In effetti lo è.
Dopo che la moglie ha finito di parlare dice : “tu avrai fatto un affare ma da oggi io sono disoccupato. L'Industria Bialetti, in virtù degli alti costi del lavoro ha deciso di chiudere per andare a produrre altrove!!!”
E con una gesto della mano butta sul tavolo la lettera di licenziamento.

Una nota dell'azienda recita: «Il perdurare della crisi congiunturale del mercato di riferimento e la crescita dei produttori dei Paesi low-cost, che hanno comportato un sensibile calo dei volumi del business delle caffettiere (-26% nell'ultimo biennio), hanno reso il modello produttivo utilizzato da Bialetti in passato per le caffettiere non più competitivo, né sostenibile, a causa dell'alta incidenza dei costi fissi e indiretti» spiega l'azienda in una nota.

Era l'aprile del 2010 e 120 operai hanno perso il loro posto di lavoro.

1 commento:

  1. E' una storia toccante, tristemente vera.
    Possiamo incolpare la moglie per aver fatto della "sana" economia domestica e per questo essere considerata complice della delocalizzazione dell'impresa presso cui era dipendente il marito?
    Penso invece che il commento vada fatto sugli aspetti più macro... e cioè un paese civile e civilizzato deve saper organizzare il proprio sistema economico e politico afffinchè le imprese italiane non siano obbligate a delocalizzare! Significa diminuire la pressione fiscale, alleggerire il carico dei contributi sociali... e soprattutto aumentare il carico di controlli sia della GdF che delle Asl a tutte le imprese che in Italia lavorano in un regime di concorrenza sleale!
    Perché una sarta in Italia non riesce a mantenersi... magari pure risparmiando qualcosa... non riesce a reggere il carico fiscale, a versare i contributi... mentre un negozio di sartoria cinese ce la fa benissimo addirittura dimezzando i prezzi????
    Anche e soprattutto le amministrazioni locali devono iniziare a fare i controlli sul proprio territorio, dimostrando non tanto di voler fare dei campanilismi o delle difese territoriali, ma di volere un'economia locale basata sulla concorrenza leale, sul rispetto delle normative sia fiscali che igienico sanitarie.... Per non parlare dei diversi modi in cui un'amministrazione locale può pure incentivare le attività economiche presenti sul proprio territorio.
    Ecco perché quella moglie è in parte si colpevole, ma sicuramente non RESPONSABILE del licenziamento del marito!
    o no?
    RispondiElimina

Nessun commento:

Posta un commento

Commetti contenenti insulti e frasi oscene saranno cancellati