78 comuni sono troppi

Non solo Comunità montane e Bim. Il confronto dovrà necessariamente riguardare anche l'estrema frammentazione territoriale che crea debolezza. E cioè i 78 Comuni della Valle. L'intenzione di mettere mano alla semplificazione amministrativa è il modo giusto per proseguire seriamente il percorso di riordino, noi abbiamo a cuore questo tema e da tempo ci battiamo perché vengano soppressi gli enti di secondo livello. Farà parte del nostro programma e con forza cercheremo un confronto. Ma secondo la Costituente non potrà esserci confronto senza mettere in discussione anche i 78 Comuni, che non aiutano la causa della semplificazione. Il territorio chiede più forza e coesione e questo può essere ottenuto solo attraverso un percorso di fusione delle realtà comunali. In un percorso che prenda le mosse dal confronto con i cittadini, elaborando e simulando i cambiamenti. Si chiamino a raccolta i primi cittadini dei comuni mandamentali, a partire da quello di Sondrio e si inizi seriamente a parlare di fusioni così come sta avvenendo in alcune realtà provinciali. Al capoluogo riconosciamo la funzione di promotore di iniziative per favorire l'unità territoriale. Proporre un territorio unito significa avere centri decisionali forti. Questo non significa sminuire il significato culturale di appartenenza ad una comunità ma al contrario dare un impulso nuovo alla comunità. Significa valorizzare al meglio le proprie vocazioni giocando un ruolo di maggior peso: competitivi perché più forti e più credibili. Una questione di necessità contingente secondo la Costituente viste le difficoltà economiche derivanti dal taglio dei trasferimenti, dalle difficoltà create dal patto di stabilità che dal 2013 riguarderà anche i piccoli comuni. Senza contare che procedere in questo modo aumenterebbe la credibilità del progetto complessivo.

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