Le povere scuole della Provincia

Leggiamo in questi giorni che, sempre più spesso, gli istituti scolastici provinciali sono costretti a chiedere dei contributi alle famiglie per poter acquistare materiale scolastico per garantire il normale svolgimento delle attività didattiche.
Un tempo bastavano due quaderni, una scatola di colori, una matita, una gomma, un temperino e un paio di Bic e il corredo era completo. Si scrivevano pagine e pagine copiando dalla lavagna che veniva riempita da parole e numeri riportati dall'insegnante con il gessetto.
Le fotocopie erano cosa rara, solo per gli avvisi alla famiglia (se non venivano scritti anche quelli sul quaderno).
Oggi, quando un bambino inizia il cammino scolastico già dalla  scuola primaria (elementare)deve dotarsi di almeno 5 quadernoni con relative copertine , cartellette, album da disegno, astucci a 3 piani (sembrano condomini) corredati da pennarelli, colori ecc ecc. Per non parlare di zaini supercolorati ed accessoriati.
I libri di testo, per ora sono ancora gratuiti, sono a carico del Comune di appartenenza ma dalle scuole secondarie (medie), una ulteriore e consistente spesa si somma a quella del materiale scolastico.
Inutile dire che per i bilanci delle famiglie il mese di settembre influisce non poco.
Ora le famiglie si vedono costrette a sborsare anche per il materiale scolastico di utilizzo comune, carta per fotocopie, toner, cartucce stampante, materiale per laboratori e per la pulizia di aule e bagni.
La scuola pubblica non è più in grado di coprire le spese per l'acquisto di quel materiale così prezioso per le attività didattiche e di laboratorio.
In alcuni casi i comuni riescono a sopperire a questo taglio di fondi, in altri alcune scuole si autofinanziano grazie ad attività e volontariato da parte di genitori, ma nel caso di istituti superiori le cifre necessarie sono piuttosto importanti, quindi è necessario fare richiesta alle famiglie.
In tempi di crisi, quando si fanno i conti con disoccupazione, inflazione, imposte e tasse in continuo aumento, dover mettere mano al portafogli per permettere alla scuola di funzionare,  sopraggiunge un sentimento di rabbia misto a tristezza.
Rabbia perchè la scuola, proprio perchè pubblica dovrebbe garantire a tutti oltre all'insegnamento anche il normale svolgimento di tutte quelle attività che rientrano nel programma scolastico ministeriale, con accessori annessi e connessi. Tristezza perchè qualche famiglia sarà costretta a tirare ancora di più la cinghia per permettere ai propri figli di avere una adeguata istruzione, senza far mancare loro nulla e in silenzio farà il suo dovere, come richiesto....

1 commento:

  1. Ho avuto modo di leggere il dossier rapporto sulla qualità della scuola in Lombardi (96 indicatori utilizzati!):fa venire i brividi. Tranne che per l'indicatore 4 dove si fa riferimento al livello di apprendimento, quindi alla serietà del corpo docente e alla capacità e voglia dei nostri ragazzi di apprendere, per il resto siamo paurosamente indietro. Possiamo costruire tutte le strade di questo mondo, salvaguardare tutti i rigagnli di acqua, ma se una territorio non mette al primo posto il futuro dei ragazzi è un territorio destinato al fallimento. Fate bene a sottolineare la problematica. Anche su questo tema possiamo costruire un pezzzo di cammino assieme.
    Graziano Murada

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